Messaggio del Priore Generale per la Pasqua di Risurrezione: "Che sappiamo perdonare e donare la vita per i nostri fratelli"
- P .Alejandro Moral Antón OSA
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Il Padre Generale dell'Ordine di Sant'Agostino, Alejandro Moral Antón, ha voluto inviare questo messaggio a tutti gli agostiniani del mondo in occasione di questa Pasqua di Risurrezione. Riproduciamo la lettera inviata tramite la Segreteria Generale della Curia Generale il 20 aprile 2025, un giorno prima della morte di Papa Francesco.

Cari fratelli e sorelle,Â
nella notte del Sabato Santo, durante la Veglia Pasquale, celebriamo il mistero su cui si fondano la nostra fede, speranza e carità . Realmente, come proclamiamo nella liturgia, "questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo".Â
Rallegriamoci e gioiamo perché la Risurrezione di Gesù è l'evento in cui assaporiamo la gloria definitiva, la salvezza finale, in quanto in essa è anticipato ciò che un giorno potremo raggiungere eternamente. Con la fede nella Risurrezione del Signore nasce in noi il desiderio e la speranza di quella gloria ultima ed eterna con il Dio trino.Â
La Speranza che nasce dal dono della Risurrezione è il fondamento dell'Anno Giubilare che stiamo celebrando. Il motto "pellegrini di speranza" trova la sua ragion d'essere e il suo significato in questo evento pasquale. In esso acquistano il loro vero valore anche le parole del Padre nostro sulla nostra condizione di "pellegrini lontani dalla patria dei santi" (Sermone 346 B).Â
San Paolo ci dice che, se Cristo non fosse risorto, la nostra fede sarebbe vana e la nostra speranza limitata (cfr. 1 Cor 15). Che effetto ha su di noi? Senza la Risurrezione non ci sarebbe speranza e tutti gli sforzi per vivere in modo diverso dai pagani si rivelerebbero inutili. La nostra fede sarebbe vana e priva di significato. Ma, come l'apostolo, anche noi crediamo pienamente nella Risurrezione di Cristo e quindi sappiamo che non corriamo invano. Questa è la nostra grande speranza, la speranza che trasforma la nostra vita.Â
Papa Francesco, riflettendo su questo testo paolino, ha commentato una mattina durante l'Eucaristia celebrata nellacappella della Residenza di Santa Marta: "Non è facile capire questo e, se pensiamo, non arriveremo mai a una conclusione. Basta contemplare, pregare ed essere grati".
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, nella storia di Gesù, la croce è un elemento centrale che unisce la sua vita in mezzo a noi con la Risurrezione, dando senso a tutto il mistero pasquale. Il Risorto è prima il Crocifisso. La croce manifesta un Dio che, invece di rispondere con la violenza, assorbe il male e offre il perdono.Â
San Paolo, poco propenso alle metafore, dice che Cristo non solo ha fatto suoi i nostri peccati, ma che egli stesso si è fatto peccato (2 Cor 5,21). Papa Francesco, riflettendo su questo testo paolino, ha commentato una mattina durante l'Eucaristia celebrata nellaÂ
cappella della Residenza di Santa Marta: "Non è facile capire questo e, se pensiamo, non arriveremo mai a una conclusione. Basta contemplare, pregare ed essere grati".Â
In questi giorni del Triduo Pasquale abbiamo potuto accompagnare Gesù e sentire l'amore che Dio ci ha donato attraverso suo Figlio, che donando la sua vita per noi ci ha mostrato la via della Vita e della Resurrezione.Â
Che anche noi sappiamo perdonare e dare la vita per i nostri fratelli e sorelle, nella nostra particolare passione quotidiana, partecipazione a quella di Cristo, nella consapevolezza che, senza la croce, non ci può essere Resurrezione e, senza la Resurrezione, la speranza della vita eterna con Dio svanirebbe completamente.Â
BUONA PASQUA DI RESURREZIONE!
P. Alejandro Moral Antón - Priore Generale OSA
