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Immagine del redattoreRicardo Morales Jiménez

El Papa Francisco pide a los agustinos del Merrimack College seguir potenciando el amor y la solidaridad más allá del "perímetro de las aulas"

La mattina di sabato 11 maggio è stato un momento molto speciale per la comunità educativa del Merrimack College.  Il Santo Padre ha ricevuto in udienza privata nella Sala Clementina il presidente e il consiglio di amministrazione, concludendo così il pellegrinaggio che li ha portati in questi giorni attraverso le terre italiane sulle orme di Sant'Agostino.


Sempre accompagnati dal Priore Generale e dal suo Consiglio, i presenti hanno potuto vivere momenti di grande emozione, soprattutto durante il saluto personale al Santo Padre, che nel suo discorso ha ricordato la nobile missione educativa svolta da questo centro educativo dell'Ordine situato nello stato del Massachusetts, negli Stati Uniti, durante i suoi quasi 80 anni di storia. 


E’ importante sottolineare che la storia del Collegio è una storia segnata dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1947 i nostri frati decisero di fondare questa istituzione per sostenere i giovani veterani che tornavano dalla guerra. L'obiettivo primario era quello di offrire loro, attraverso lo studio e la comunità scolastica, "un percorso di rinascita integrale". "Evidentemente non bastava offrire a questi giovani, reduci da esperienze traumatiche, testimoni degli orrori della guerra, corsi accademici: bisognava ridare loro senso, speranza e fiducia nel futuro, arricchendo la loro mente, sì, ma anche riaccendendo il loro cuore e ridando luce alla loro vita", ha detto Papa Francesco. 


Questo percorso, "dalla mente al cuore e dal cuore alle mani", questi "tre linguaggi", devono essere armonizzati, ha proseguito il Santo Padre, affinché "pensiamo ciò che sentiamo e facciamo; sentiamo ciò che pensiamo e facciamo; facciamo ciò che sentiamo e pensiamo".

Crisi e sfide: un'opportunità di crescita


L'attuale contesto di crisi economica, finanziaria, occupazionale, politica, ambientale, demografica, migratoria e morale deve essere, secondo le parole del Vescovo di Roma, un'opportunità di crescita, per affrontare le sfide "senza lasciarsi schiacciare da esse". 


A tal fine, sulla scia del pontificato di Benedetto XVI, Francesco ha sottolineato ancora una volta l'importanza dell'amore come via di redenzione. "Non è la scienza che redime l'uomo. L'uomo è redento dall'amore", ha ricordato, per poi esortare i responsabili della formazione di 5.700 studenti universitari e post-universitari sull'importanza che "le nuove generazioni vivano le difficoltà come opportunità, non tanto per lanciarsi verso un futuro pieno di soldi e di successo, ma di amore: per costruire insieme un umanesimo". In altre parole, si tratta di insegnare ai ragazzi e alle ragazze "a individuare e orientare le risorse disponibili, con progettualità creativa, verso modelli di vita personale e sociale improntati alla giustizia e alla misericordia".



È vero", dice il Papa, "che l'attuale globalizzazione ha aspetti negativi", come l'isolamento, l'emarginazione e la cultura dello scarto; "ma allo stesso tempo", aggiunge, "ha anche aspetti positivi, come la possibilità di amplificare e ingrandire la solidarietà e promuovere l'equità, attraverso mezzi e potenzialità sconosciute a chi ci ha preceduto, come abbiamo visto in tempi recenti, in occasione di catastrofi climatiche e guerre".


A tal fine, nelle ultime righe del suo messaggio, Papa Francesco ha fatto appello a superare i confini dell’università, a superare “il perimetro delle aule”, per raggiungere, attraverso l’educazione, le fonti della solidarietà, della comunione e della trasformazione sociale.


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